“Io lo so, brav’uomo, che non sarebbe proprio il caso di lamentarmi, specialmente nelle vesti in cui mi ritrovo” disse il punto.
“Non devi affliggerti in questo modo: al giorno d’oggi c’è di peggio” continuò a lamentarsi, immaginandosi una risposta simile.
Eppure, io non trovo conforto in queste parole… mi guardi attentamente, dottore: cosa vede? No, aspetti, le tolgo io la fatica di rispondermi: una macchia, un batterio, una cacca di mosca nera seduta su un lettino bianco, immobile a disturbare il suo candore, ecco cosa sono. Ma è proprio qui il problema: sono davvero seduto? O forse girato a testa in giù? Potrei rivolgerle le spalle e lei nemmeno se ne accorgerebbe!
Tanto per cominciare, c’è un fatto che non mi spiego: perché possiedo una forma così insignificante e una presenza così imponente? Oh buon cielo, se almeno lei mi dicesse qualcosa anziché scribacchiare su quel taccuino! Badi bene che sono venuto qua da lei perché è uno “studiato”, con tanto di doppia laurea e dottorato. Quindi, tenda le orecchie come si deve e cerchi di comprendere i miei tormenti interiori: mi sento sempre preso in causa; sono costantemente in primo piano; quando gli occhi della gente si posano su di me improvvisamente non vola una mosca, e per qualche istante nessuno fiata. Poi, tutto riprende come prima, come se niente fosse. E perché ora lei sta ridendo?! Senta questa, piuttosto! Sa come mi chiamano? Segno di punteggiatura forte, fermo, il più importante. Questi sono pregiudizi, falsità, a cui tutti credono ciecamente. Non voglio fare il Don Abbondio della situazione, ma mi mettono sempre in mezzo agli affari più spiacevoli e seri. Ha mai contato quanti punti sono sparsi nella Divina Commedia? Quanti nella Bibbia? Un’infinità, più di quanti lei possa immaginare.
Adesso non faccia così, non scuota la testa con le mani tra i capelli! Vedrò di essere più chiaro: esiste una marea di espressioni che possono confermare, se non ribadire, che ce l’hanno tutti con me. Per esempio: puntiglioso, punto e basta, punto e a capo; e ancora: mettere i puntini sulle i, fare il punto della situazione, essere puntuali. Come vede, mi tirano sempre in ballo. Mi fanno sentire così cattivo, così pieno di Tanto per cominciare, c’è un fatto che non mi spiego: perché possiedo una forma così insignificante e una presenza così imponente? Oh buon cielo, se almeno lei mi dicesse qualcosa anziché scribacchiare su quel taccuino! Badi bene che sono venuto qua da lei perché è uno “studiato”, con tanto di doppia laurea e dottorato. Quindi, tenda le orecchie come si deve e cerchi di comprendere i miei tormenti interiori: mi sento sempre preso in causa; sono costantemente in primo piano; quando gli occhi della gente si posano su di me improvvisamente non vola una mosca, e per qualche istante nessuno fiata. Poi, tutto riprende come prima, come se niente fosse. E perché ora lei sta ridendo?! Senta questa, piuttosto! Sa come mi chiamano? Segno di punteggiatura forte, fermo, il più importante. Questi sono pregiudizi, falsità, a cui tutti credono ciecamente. Non voglio fare il Don Abbondio della situazione, ma mi mettono sempre in mezzo agli affari più spiacevoli e seri. Ha mai contato quanti punti sono sparsi nella Divina Commedia? Quanti nella Bibbia? Un’infinità, più di quanti lei possa immaginare.
egocentrismo! Ecco, ora sto per piangere. Me ne vado, lei non mi è stato di alcun aiuto. Non mi ha neanche formulato una qualche diagnosi, se proprio vogliamo puntualizzare… Era una battuta, adesso poteva anche ridere.
Se non ha nient’altro d’aggiungere, la lascio ai miei cugini, che ho notato prima in sala d’attesa. Sono tre gemelli inseparabili, dottore, e piuttosto inconcludenti: lasciano sempre i discorsi in sospeso. Avrà il suo bel da fare… arrivederci!
AURORA CORRADI
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