“Bene,
per oggi abbiamo finito; l’appuntamento è per la prossima settimana”.
Dopo
aver scritto quanto serve sul proprio diario, tra i vari punti e virgola, fa
seguire la data e lo chiude. Accompagna alla porta e congeda il paziente.
Ritornato alla scrivania rilegge quanto scritto e i pensieri diventano
contorti: “Troppi punti… e le virgole?”
I concetti scritti non sembrano chiari.
Tutto
viene interrotto dal suono del campanello alla porta. Si alza, va ad aprire e
come in un sogno gli appare, sulla soglia, sotto la targa affissa “STUDIO DR.
BIZZARRI SPECIALISTA IN PSICOLOGIA’’ il Punto e Virgola.
Si
intrufola e invita il dottore a seguirlo per poi mettersi con fare ansioso sul
lettino. “Certo che di casi strani me ne sono capitati” pensa il medico “ma
questo non ha precedenti; dopo mi toccherà andare da uno psicologo”.
Dopo
qualche minuto di silenzio e di sguardi perplessi è il Punto e Virgola,
sdraiato sul lettino, a lasciarsi andare.
“Dottore,
sono in piena crisi esistenziale, dopo tanti anni di illustri scritti di cui
ero protagonista, tenuto molto in considerazione, in particolare da Manzoni,
oggi mi ritrovo a due passi dalla pensione e completamente in disuso”.
Il
dottore, ripensando agli scritti del suo diario, non può che annuire con un
sorriso. Il punto e virgola riprende invocando i vecchi tempi in cui la
letteratura, la grammatica e la punteggiatura avevano un senso e della
situazione attuale in cui si è perso il gusto di scrivere e di provare sulla
propria pelle le vere sensazioni. Ora si dà spazio solo a scritti con concetti
sintetici e brevi: di conseguenza prova una grande invidia per il punto e
virgola, così tanto usati, come fossero gli unici simboli conosciuti.
Gran
compito spettava al dottore per sollevare il morale di quel paziente così
afflitto.
Dopo
tanti lamenti sul suo stato e su quanto lo facessero sentire vecchio, il
dottore affermò che invecchiare, comunque, è un privilegio negato a molti.
Il
punto e virgola gli risponde: “Una vecchiaia senza poter trasmettere il proprio
vissuto e non avere nessuno a cui raccontarlo è solo la fine di un’esistenza
ingloriosa”.
Il
dottore replica: “Queste sono considerazioni per cui necessita un nuovo
incontro.”
Preso
coscienza di ciò, vista l’ora e la presenza inaspettata e imprevista, lo
congeda per prendere appuntamento per la seduta seguente.
Il
punto e virgola, tornando a casa, si lascia andare alla considerazione che oggi
l’uomo assomiglia ai suoi tempi più di quanto lui assomigli a suo padre.
Allo
stesso tempo, il dottore, sistemando le ultime cianfrusaglie prima di lasciare
lo studio, si ferma prima a pensare che, in fondo, il punto e virgola è una
scelta liberale di fronte alla dittatura del punto e all’anarchia delle
virgole.
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