Ciao caro diario, 06/01/2018
ho deciso
che mi facevi troppa tenerezza per lasciarti altro tempo ad
accumulare polvere. Dopo ben 5 anni dal nostro ultimo saluto: eccomi
qua.
Devi sapere che in tutto
questo tempo ho continuato a girovagare per il mondo. A casa
Stravaganti non ci si ferma mai, ricordi?
In ogni caso, ti vorrei
raccontare di alcune persone che ho incontrato ma che non ho mai
conosciuto. Comunemente chiamate: sconosciuti. Ho sempre pensato che
fosse un termine dispregiativo, arrogante… tutti hanno una storia,
soltanto non l’abbiamo mai ascoltata.
Amsterdam 2015, avevo tanto
desiderato visitare quella città, e finalmente ci ero arrivata: per
davvero! Avevamo noleggiato un camper per girare tutta l’Olanda, e
avevo persino creato una guida personale: con informazioni storiche,
di cultura e punti d’interesse.
Era Agosto e c’era un caldo
delicato, rilassante. Era una meravigliosa e unica giornata d’estate.
Io, papà, Irene e la mia sorellina eravamo appena scesi dalla scala
mobile: la metropolitana. Era diversa, non circondata da pareti cupe,
ma dalla vita delle persone. Era immersa nella città, all’aria
aperta. In lontananza la vedevo arrivare, silenziosa e furtiva come
una volpe. Si apre, allungo un piede: ero salita. Ero salita! Le
porte che si chiusero mi aprirono il paesaggio che mi circondava: ero
in una cupola di vetro. Per un attimo pensai di viaggiare nel futuro.
Io seduta, immobile ma allo stesso tempo velocissima.
Di fronte a me sedeva una
mamma, era molto bella: i capelli biondi le cadevano scomposti sulle
spalle, il viso pallido mostrava una pelle stanca e occhiaie pesanti.
I due gemelli poggiavano sul suo petto addormentanti. Mi chiesi chi
fosse. Poi mi guardai intorno, in mezzo a decide di teste: quali
erano le loro storie?
Accanto a me un signore
leggeva sotto gli occhiali spessi un libro di William Green,
immaginai fosse un appassionato di aviazione o un ex pilota di aerei.
Sarebbe stato bello sedere vicino a un vecchio generale
dell’aeronautica, una vita vissuta al cento per cento. Mille cose
da chiedere, mille cose da ascoltare. O magari era solo un anziano
lettore incallito. Alla mia sinistra una ragazza si teneva aggrappata
alla maniglia. Mi è piaciuta da subito: capelli in disordine e un
paio di occhiali da sole tondi che le coprivano la maggior parte del
viso. Una pelliccia l’avvolgeva e mi chiesi come facesse a
resistere al caldo. Indossava stivaletti neri, semplici, in contrasto
a quello che era. Strana e bella: ribelle. Portava due cuffiette
bianche, stava ascoltando della musica, forse la sua musica. Decisi
che fosse la bassista di una band all’inizio della loro lunga
carriera. Stavo guardando una futura rock star. In lontananza mi
accorsi di un uomo, portava una bombetta nera e uno smoking. Un
detective, un attore, un assassino o un avvocato?
Una brusca frenata mi svegliò
da quel magico sogno e mi chiesi se le persone accanto a me si
domandassero quale fosse la mia storia. Chi sono io? Una comune
ragazza che scrive al suo diario o una futura scrittrice?
Al più presto possibile,
la tua Laura.
LAURA STRAVAGANTI
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