Sempre
per la serie dei testi sulle figure retoriche vi presentiamo l’Aprosdóketon,
un
personaggio del tutto inaspettato. Scopriamolo insieme!
Sono le Calende
di novembre nella città biancorossa.
Pompeo esce da scuola all’una e il cielo
piange.
Si fa strada stentatamente nel pollaio
di studenti e cavalca il suo bolide.
Pedala sotto il pianto: con un organo tattile tiene il manubrio e con
l’altro il parapioggia. Arriva a
casa intriso. La sua genitrice gli
ha preparato un guazzabuglio ai
legumi.
Mentre lo mangia alza la visuale e rileva che la genitrice ha
rivoluzionato l’assetto di suppellettili del boudoir.
TOMMASO
GRILLENZONI
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