venerdì 8 dicembre 2017

Interviste impossibili - Tiberio Gracco

Tratto dal programma “Le interviste impossibili”
*sigla iniziale*
I: Buon pomeriggio e benvenuti all’ascolto del nostro programma “ Le Interviste Impossibili” a cura di: Elisa Hu, Marisa Liao e Noemi Masetti!
Come ogni settimana, anche oggi siamo riusciti ad avere come ospite in studio un personaggio del passato: è qui con noi Tiberio Sempronio Gracco che per semplicità chiameremo Tiberio.
T: Grazie per avermi invitato in questo bellissimo studio ma non capisco come possano partecipare alla nostra chiacchierata altre persone visto che siamo solamente in due…
I: Giustamente lei non conosce la radio perché è nata “qualche” anni dopo rispetto a lei… ma non si preoccupi, parlando all’interno di questo attrezzo milioni di persone potranno apprezzare le nostre parole… come se fossimo al mercato di una grande piazza!
Prima di cominciare vorrei rendere noto agli ascoltatori come il nostro ospite si sia vestito per l’occasione: indossa una tunica bianca bordata di rosso lunga fino ai piedi e una stola rossa drappeggiata sia sulle spalle che sulle braccia. Porta anche dei sandali senza calze ed una barba incolta stile Rag ‘n’ Bone, celebre cantante del pezzo “Human”.
*breve interruzione musicale “Human”*
Non perdiamo altro tempo e cominciamo con qualche domanda che ci consentirà di conoscerla meglio.
È vero che si occupa delle condizioni di vita del suo popolo?
T: Ovviamente, non a caso sono uno dei Tribuni della Plebe più importanti di Roma, e qualora vi stiate chiedendo quale sia il mio dovere è giusto che ve lo spiega nel più semplice dei modi. Il mio compito è quello di difendere una classe sociale pestata da tante superiori e dare voce in capitolo a chi realmente la spetta, la plebe.
I: Quindi se ho capito bene, lei sarebbe il paladino del popolo, giusto? Adesso collego la sua vaga somiglianza a Superman quel supereroe che, come lei, tiene un drappo sulle spalle del suo stesso colore che però usa per volare…
Torniamo a noi, ci può illustrare il suo progetto più importante per il popolo?
T: La Lex Sempronia Agraria, che domande mi fa!? Non parlate anche voi di queste cose? Come non potete saperne nulla? Dovrebbero istruirvi per bene, davvero.
Quando qualche valoroso torna in patria vincitore di una battaglia, le terre, ovvero le nuove ricchezze, si dividono tra soldati a scapito delle classi meno emergenti che vedono arricchirsi chi lo è già e quindi la nascita di nuovi latifondisti.
Come evitare questo divario, vi chiederete. La Lex Agraria è la migliore soluzione per mettere tutti, come dire, sullo stesso piano. Consiste nel limitare l’estensione di territori controllati a 500 iugeri per uomo e cede il restante ai contadini più bisognosi.
I: Gran bella legge, direi. Stavo leggendo proprio in questo momento su Internet che lei non era l’unico tribuno in carica, dico bene? Il suo collaboratore, Marco Ottavio venne destituito proprio da lei medesimo dopo aver tentato di fermare la sua legge.
Ci può spiegare meglio cosa successe e perché ha agito in questo modo?
T: Vedete, Marco Ottavio ed io eravamo soliti toglierci il potere vicendevolmente in quanto i nostri ideali non coincidevano. Una legge basata su buoni principi come questa doveva ottenere il consenso di entrambi ma invece di discuterne insieme, decise di agire direttamente sul campo.
Il Tribuno è sacro e inviolabile quando è consacrato dal popolo che lui stesso protegge. Ma quanto si rivolge contro quest’ultimo privandone i diritti, si spoglia da sé della sua carica. Non credo assolutamente di esser stato contrario alle decisioni di Roma, bensì di aver svolto il meglio per la plebe, che davvero meritava l’attuazione di quella legge.
I: Poi terminarono i suoi 12 mesi in carica e così decise di ricandidarsi. Ma prima di farlo, aveva pensato ai rischi che poteva correre?
T: Sinceramente, no. Ho creduto che fosse la scelta migliore per portare al termine il mio progetto a costo di peccare di Hybris, di eccesso. Molti, tra cui sicuramente il senato, avranno pensato che io puntassi ad una dittatura. Probabilmente è stato quest’organo a mettermi in cattiva luce per suoi interessi.
I: Capisco, passiamo ad un'altra domanda. Da dove deriva la sua attrazione verso la politica? Anche altri suoi parenti si sono fatti strada in questo cammino alle difese di un ceto?
T: Ho sempre visto la politica come un modo per diffondere idee ad un numero spropositato di persone, più o meno come fa quest’oggetto sul tavolo davanti alle mie labbra…
I: Sì, il microfono.
T: Proprio lui. Quindi mi sono incuriosito fin da ragazzo a questo mondo forse anche grazie all’impressione positiva che mi diede Publio Cornelio Scipione Emiliano, grande militare e politico dei nostri tempi nonchè mio cognato. Passatemi quest’espressione: la politica è come l’influenza. Influenza che, contagia e cambia i rapporti con le persone che ci circondano condizionandole sia in bene che in male. Anche io credo di aver influenzato qualche mio parente stretto.
I: Può farci almeno un esempio?
T: Mio fratello minore, Gaio Sempronio Gracco. Per molto tempo ho parlato con lui delle mie decisioni e nonostante spesso si fosse dimostrato inattento o disinteressato qualcosa mi dice che non è realmente così…
I: Evitiamo gli spoiler!
T: Spo…che!?
I: Spoiler! Magari potrebbe essere il nostro prossimo ospite! Lasciamo stare, perché è arrivato il momento di salutare il nostro carismatico Tiberio. Ringraziamo calorosamente la sua presenza e ci ricollegheremo la settimana prossima con un altra “Intervista Impossibile”!
T: Grazie per l’ascolto!
*sigla finale*






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