Tratto dal
programma “Le interviste impossibili”
*sigla iniziale*
I: Buon pomeriggio e benvenuti
all’ascolto del nostro programma “ Le Interviste Impossibili” a cura di: Elisa
Hu, Marisa Liao e Noemi Masetti!
Come ogni settimana, anche oggi siamo
riusciti ad avere come ospite in studio un personaggio del passato: è qui con
noi Tiberio
Sempronio Gracco che per semplicità chiameremo Tiberio.
T:
Grazie per avermi invitato in questo bellissimo studio ma non capisco come
possano partecipare alla nostra chiacchierata altre persone visto che siamo
solamente in due…
I: Giustamente lei non conosce la
radio perché è nata “qualche” anni dopo rispetto a lei… ma non si preoccupi,
parlando all’interno di questo attrezzo milioni di persone potranno apprezzare
le nostre parole… come se fossimo al mercato di una grande piazza!
Prima di
cominciare vorrei rendere noto agli ascoltatori come il nostro ospite si sia
vestito per l’occasione: indossa una tunica bianca bordata di rosso lunga fino
ai piedi e una stola rossa drappeggiata sia sulle spalle che sulle braccia.
Porta anche dei sandali senza calze ed una barba incolta stile Rag ‘n’ Bone,
celebre cantante del pezzo “Human”.
*breve interruzione musicale “Human”*
Non perdiamo
altro tempo e cominciamo con qualche domanda che ci consentirà di conoscerla
meglio.
È
vero che si occupa delle condizioni di vita del suo popolo?
T:
Ovviamente, non a caso sono uno dei Tribuni della Plebe più importanti di Roma,
e qualora vi stiate chiedendo quale sia il mio dovere è giusto che ve lo spiega
nel più semplice dei modi. Il mio compito è quello di difendere una classe
sociale pestata da tante superiori e dare voce in capitolo a chi realmente la
spetta, la plebe.
I: Quindi se ho capito bene, lei
sarebbe il paladino del popolo, giusto? Adesso collego la sua vaga somiglianza
a Superman quel supereroe che, come lei, tiene un drappo sulle spalle del suo
stesso colore che però usa per volare…
Torniamo a
noi, ci può illustrare il suo progetto più importante per il popolo?
T:
La Lex Sempronia Agraria, che domande mi fa!? Non parlate anche voi di queste
cose? Come non potete saperne nulla? Dovrebbero istruirvi per bene, davvero.
Quando
qualche valoroso torna in patria vincitore di una battaglia, le terre, ovvero
le nuove ricchezze, si dividono tra soldati a scapito delle classi meno
emergenti che vedono arricchirsi chi lo è già e quindi la nascita di nuovi
latifondisti.
Come evitare
questo divario, vi chiederete. La Lex Agraria è la migliore soluzione per
mettere tutti, come dire, sullo stesso piano. Consiste nel limitare
l’estensione di territori controllati a 500 iugeri per uomo e cede il restante
ai contadini più bisognosi.
I: Gran bella legge, direi. Stavo leggendo proprio in
questo momento su Internet che lei non era l’unico tribuno in carica, dico
bene? Il suo collaboratore, Marco Ottavio venne destituito proprio da lei
medesimo dopo aver tentato di fermare la sua legge.
Ci può spiegare meglio cosa successe
e perché ha agito in questo modo?
T: Vedete, Marco Ottavio ed io eravamo
soliti toglierci il potere vicendevolmente in quanto i nostri ideali non
coincidevano. Una legge basata su buoni principi come questa doveva ottenere il
consenso di entrambi ma invece di discuterne insieme, decise di agire direttamente
sul campo.
Il Tribuno è sacro e inviolabile
quando è consacrato dal popolo che lui stesso protegge. Ma quanto si rivolge
contro quest’ultimo privandone i diritti, si spoglia da sé della sua carica.
Non credo assolutamente di esser stato contrario alle decisioni di Roma, bensì
di aver svolto il meglio per la plebe, che davvero meritava l’attuazione di
quella legge.
I: Poi terminarono i suoi 12 mesi in
carica e così decise di ricandidarsi. Ma prima di farlo, aveva pensato ai
rischi che poteva correre?
T: Sinceramente, no. Ho creduto che
fosse la scelta migliore per portare al termine il mio progetto a costo di
peccare di Hybris, di eccesso. Molti, tra cui sicuramente il senato, avranno
pensato che io puntassi ad una dittatura. Probabilmente è stato quest’organo a
mettermi in cattiva luce per suoi interessi.
I: Capisco, passiamo ad un'altra
domanda. Da dove deriva la sua attrazione verso la politica? Anche altri suoi
parenti si sono fatti strada in questo cammino alle difese di un ceto?
T: Ho sempre visto la politica come un
modo per diffondere idee ad un numero spropositato di persone, più o meno come
fa quest’oggetto sul tavolo davanti alle mie labbra…
I: Sì, il microfono.
T: Proprio lui. Quindi mi sono
incuriosito fin da ragazzo a questo mondo forse anche grazie all’impressione
positiva che mi diede Publio Cornelio Scipione Emiliano, grande militare e
politico dei nostri tempi nonchè mio cognato. Passatemi quest’espressione: la
politica è come l’influenza. Influenza che, contagia e cambia i rapporti con le
persone che ci circondano condizionandole sia in bene che in male. Anche io
credo di aver influenzato qualche mio parente stretto.
I: Può farci almeno un esempio?
T: Mio fratello minore, Gaio Sempronio
Gracco. Per molto tempo ho parlato con lui delle mie decisioni e nonostante
spesso si fosse dimostrato inattento o disinteressato qualcosa mi dice che non
è realmente così…
I: Evitiamo gli spoiler!
T: Spo…che!?
I: Spoiler! Magari potrebbe essere il
nostro prossimo ospite! Lasciamo stare, perché è arrivato il momento di
salutare il nostro carismatico Tiberio. Ringraziamo calorosamente la sua
presenza e ci ricollegheremo la settimana prossima con un altra “Intervista
Impossibile”!
T: Grazie per l’ascolto!
*sigla finale*
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