martedì 5 giugno 2018

BAMBINI SPERDUTI IN VIAGGIO


Poco tempo dopo le Idi di marzo dell’anno 2018 d.C., io e gli altri bambini sperduti, guidati da Peter Pan, occupammo il pulmino di Captain Fantastic e invademmo il regno di Asterix. Ci aspettavamo di vivere sempre insieme, come facevamo ormai da un paio d’anni, ma, arrivati a Pleasantville, famiglie sconosciute ci adottarono e così diventai sorella di Emma, una ragazza misteriosa e turbata, eppure tanto generosa e passionale; persino il piccolo e vivace Zanna Bianca entrò subito a far parte del mio cuore. Rimanemmo lì per una settimana circa, periodo nel quale riuscii finalmente a capire cosa mi avesse voluto dire Alice, quando mi spiegò che, una volta intrappolati in quel sogno surreale, non avremmo fatto altro che tormentare i nostri giorni con l’ansia di vedere tutto l’incanto sparire all’improvviso. Vivevo ogni giorno al massimo della mia energia più serena. Corsi con Forrest lungo montagne e valli sabbiose e stagnati, verso abbazie e castelli,  dove ebbi l’incommensurabile onore di conoscere re Artù e i suoi valorosi cavalieri centenari. Che ne sa il resto del mondo di quella settimana così veloce e sfuggevole, piena di magie e combattimenti in compagnia di Harry e Ron, Gandalf e Frodo? No, nessuno saprà mai degli scherzi raggelanti di Jack Frost ogni volta che si usciva di casa o di quelli disgustosi di Remy e gli altri ratti ai fornelli quando era ora di mangiare. Niente fu senza gli amici che avevo già e quelli che trovai, amici per poco eppure per sempre, compagni veri più veri persino di quelle quattro adolescenti unite solo da un paio di jeans. Insomma, grazie ciurma e grazie alla nostra guida sempre giovane Peter Pan , perché, nonostante le tappe organizzative delle varie giornate, accuratamente appuntate sul diario di Bridget Jones, non venissero mai rispettate, trascorsi un’indimenticabile e imprevedibile avventura che non scorderò mai.
Se per questo piccolo attimo di felicità scolastica, che a dire il vero considero immenso, non è valsa la pena di vivere, allora potrò finalmente accettare il gesto di Tom Sawyer di marinare la scuola e fingersi morto, insistendo sul fatto che nella vita non accade mai niente di eccitante o interessante o per cui valga la pena di vivere. Ma io invece ribadisco che sì, ne è valsa la pena, eccome se n’è valsa. E allora, senza ulteriori indugi, propongo a squarciagola di contattare con ogni mezzo disponibile Doc Brown e di invertire la Macchina del Futuro per rivivere il Passato altre dieci, cento, mille volte, come in un libro, come in un film.
                                                                                                                              
                                         AURORA CORRADI

Nessun commento:

Posta un commento