Ormai quest’anno scolastico
è giunto al termine e posso dire che come classe abbiamo combinate di tutte
i colori, sia di belle che di brutte.
E sono
stati proprio questi momenti a rafforzare la nostra amicizia e la nostra
unione. Ognuno potrà ricordare un momento diverso nell’arco di questo anno in
cui ha detto di non volere nient’altro, che per quel minuscolo lasso di tempo
tutto era perfetto e che non avrebbe cambiato nemmeno i difetti più
insignificanti.
Nel mio caso, quel momento è avvenuto a novembre quando io e la
classe eravamo diretti a “Montesole”. Una volta arrivati gli organizzatori ci
hanno disposto in cerchio. Prima di tutto sono stati consegnati dei fogli con
delle tabelle in cui in ogni tabella c’era scritto un hobby e noi dovevamo
scrivere il nome del compagno che si dedicava di più a quell’hobby,
tutti
sapevano bene o male dove collocare ciascuno e questo a parer mio ha fatto
anche capire bene quanto ci conoscessimo.
Subito dopo abbiamo fatto un gioco
dove più di noi dovevano rimanere in equilibrio su una sedia e man mano che si
aggiungevano compagni la situazione incominciava a divenire alquanto
imbarazzante. Ma l’ultima attività che abbiamo trattato è la ragione che dà
vita a questo testo, i due organizzatori ci hanno chiesto di parlare del nostro
rapporto classe, che persone ci reputiamo se la nostra è amicizia o se siamo
solamente compagni di banco e se siamo disposti a collaborare l’uno con
l’altro.
Ed è
proprio in quel momento che tutti hanno dato un’opinione al riguardo senza
considerare i giudizi altrui e senza aver paura di sbagliare. Ho capito che
dovevo tentare, senza pensare alle conseguenze, ho espresso anch’io una mia
opinione al riguardo e quando ho finito mi sentivo come quando trattieni il
respiro per troppo tempo per rilasciare tutto in una volta sola, un senso di
libertà.
Quel
momento mi ha aiutato a combattere la mia timidezza, penso che questa giornata
sia servita anche agli altri e a quelli timidi quanto me. Quello è stato il
momento in cui mi sono sentito veramente felice per qualcosa che avevo fatto,
anzi, per qualcosa che avevamo fatto.
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