domenica 16 settembre 2018

IO E IL LAGO


“Dai, sbrigatevi a tuffarvi! L’acqua è magnifica e dentro si sta benissimo.”
Davanti a me il lago risplende sotto i caldi raggi del sole costringendomi a socchiudere gli occhi.
“Non è fredda?”
“È proprio questo che la rende magnifica. E poi non è fredda… non quel tipo di freddo spiacevole almeno. È fresca da rigenerare la mente, non raffreddare il corpo.”

Sono sempre la prima a gettarmi; non amo le entrate lente e interminabili a cui siamo costretti in spiaggia. Ho sempre prediletto gli scogli: porzioni di roccia affacciate sull’acqua che racchiudono tutta la libertà sprigionata in un salto. Con un passo ci si ritrova sommersi completamente; l’azione è irreversibile: non c’è tempo per rimorsi o rimpianti.
In un attimo ti ritrovi ignudo delle tue sicurezze, esposto all’imprevedibilità della natura. L’adrenalina scorre in corpo come la corrente di un fiume in piena, e rimani solo con le debolezze dell’essere umano.
Sei un tutt'uno col lago, mare o fiume che sia. Nessuna interferenza, nessuna ancora di salvezza: siete tu e l’acqua. Immersi e svestiti, travolti dalle sensazioni, dal senso di libertà e concessione.

Immergo la testa, affogo i pensieri e scavo in profondità, dove le correnti gelide incontrano la pelle abbrustolita dal sole. Le braccia si fanno strada nell’immenso ventre azzurro.
Riemergo con gli occhi pesanti, la vista annebbiata e le ciglia grondanti. L’acqua scintilla dinanzi a me e le montagne si specchiano sul vetro turchino.
Inspiro ancora e la testa sprofonda, si allontana dalla superficie, mentre i piedi altalenanti infrangono la barriera dell’acqua. Gli occhi si schiudono, i capelli ondeggiano lucenti e le braccia continuano nel loro moto imperterrito.
Il respiro diviene affannoso e d’istinto le gambe cominciano a spingere verso l’alto, verso l’ossigeno. Prendo una boccata d’aria e cerco di redimere le forze. Le gote arrossate risplendono al sole e il respiro ansante si fonde col fruscio del vento, fino a scomparire.

Nel frattempo gli amici timorosi mi hanno raggiunto in acqua.
Si lamentano della temperatura e dello sforzo che devono sostenere per rimanere a galla nell’acqua dolce. Sono a bagno nelle loro insicurezze.
Sorrido loro e scompaio nuovamente nelle acque cerulee.



Laura Gavioli

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