mercoledì 12 settembre 2018

La solitudine del giovane Holden

E mi ritrovo qui, stanco e assonnato, sdraiato sul mio letto con le luci spente e l'oscurità che mi avvolge.

Questo è il momento in cui mi decido a descrivere il momento più memorabile della mia estate, quello maggiormente degno di nota, talmente importante da elaborarlo durante la notte, con il mio cervellino divorato dal sonno e il Giovane Holden che mi tiene compagnia da qualche sera.

Potrei descrivere le mie due settimane di mare, condite dalle tante serate stravaganti con i miei amici o la mia famiglia, ma importerebbe poco o nulla a chiunque legga.

Potrei narrare dei miei giorni in piscina sciogliendomi durante il rovente caldo di giugno, ma chi se ne infischia, mica sono l'unico ad aver patito il calore Sahariano.

Potrei raccontare le scampagnate in bici con gli amici nelle zone più remote di Carpi, i pomeriggi morti sul divano con Netflix e Lapo, l'asta del fantacalcio, i pancake colorati o un Samsung da 1000 euro che vola sul cemento e addio allo schermo, ma diciamocelo chiaramente, non frega niente a nessuno.

Perciò, alla fine, opto per questo momento.
Sì, questo è il momento che più di tutti merita di essere condiviso: quell'esatto istante in cui ti fermi a riflettere sui 90 giorni di divertimento e relax che hai appena passato.
Giorni che ripasseranno tra altri 9 mesi.

Ed è fantastico così, al buio e col silenzio tombale che ti rinfresca la mente anche se gli occhi ti si chiudono da soli; i flash della tua estate che ti passano per la testa rapidi come una lince e volano via con la voglia di alzarsi alle 7 del mattino e litigare con i prof per dei dannati compiti non svolti.

Che palle.

Anche se forse, pensandoci bene, di questo non frega niente a me.

E spero neanche agli altri.

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