martedì 26 dicembre 2017

Diario dei pensieri che faccio prima di addormentarmi


Caro diario,

Prima di dormire mi capita spesso di incantarmi a guardare il muro, illuminato dalla piccola lucina che ho in camera, e pensare a quello che sarebbe potuto succedere se avessi cambiato le risposte date alle varie persone incontrate oggi.

 Per esempio, al sei che avrei potuto prendere se non fossi stata così incerta sulle cose che, in quel momento, stavo esponendo alla prof.

O ancora, al fatto che non avrei avuto un piccolo battibecco con una delle mie amiche più strette se avessi saputo tenere la bocca chiusa o la mia espressione più neutra.


Ma queste sono solo le prime cose su cui mi focalizzo; il secondo passo sono i film mentali: quando si è bambine e si sta giocando con le proprie bambole, ci si immagina spesso che, un giorno, anche da noi arriverà un bellissimo principe che ci salverà dalla torre e vivremo per sempre felici e contenti; purtroppo quando si diventa più grandi, si capisce che il principe azzurro non arriverà mai, ma sei tu a dovertelo cercare. Ecco, dopo i pensieri sulle mie varie risposte, giuste o sbagliate che siano, mi metto a pensare a quello che accadrà quando troverò il mio principe. So che sembra stupido, ma andiamo! Chi delle ragazze non lo fa?! E di certo il fatto che io guardi delle serie tv in cui compaiono Snow White e Charming felici e contenti anche se sono nel nostro mondo a causa di un sortilegio causato dalla Evil Queen non aiuta.




Bene ora arriviamo all’ultimo mio pensiero che faccio se proprio mi viene difficile dormire; di solito si dice ultimo ma non per importanza, ma questo è davvero poco importante quindi era inevitabile lasciarlo per ultimo: le ship della giornata.

Come ogni fangirl al mondo, crei delle ship; che esse siano tra animali e esseri umani oppure tra due personaggi dello stesso sesso di cui tu sai benissimo che sono etero ma la tua voglia di shipparli insieme è irrefrenabile, quindi cominci a provare tutti i possibili modi in cui quei due nomi possano stare legati in modo chic e convincente. Nel momento in cui sono davvero disperata per non riuscire a dormire e non ho più niente a cui pensare, mi tornano in mente vari pezzi della giornata; in cui focalizzo alcune possibili coppie e metto insieme i nomi. Nel caso non riuscissi ancora a dormire, inizio a cantarmi nella testa la prima canzone che mi viene in mente.
Ora ti saluto, magari riscriverò sulle tue pagine domani, ma non lo so, non ti prometto nulla; tutti i diari che ho avuto finora non li ho mai continuati ma magari tu sei diverso.
Bene stavolta ho davvero finito, ci vediamo.
GIADA GORRERI

domenica 10 dicembre 2017

Figure retoriche - Perifrasi




È uno dei tanti giorni dedicati a Mercurio, durante l’undicesimo mese dell’anno nel borgo medievale sede della signoria dei Pio. Il nostro protagonista, che dal nome sembra provenire da una nota gens della Roma antica, esce da quell’istituto tanto prezioso per la sua cultura quanto odiato per l’ansia che trasmette, verso l’ora di pranzo e piove. Si fa strada a fatica nella ressa di giovani che non vedono l’ora di scappare da lì e inforca il veicolo a cui ogni giorno dona la forza delle sue gambe per riuscire a tornare a casa. Pedala sotto le gocce che picchiettano sull’asfalto: con una mano tiene il manubrio e con l’altra il piccolo pezzo di stoffa impermeabile tenuto su da un fragile tronco legnoso che si sferza tagliando il vento. Arriva bagnato nel luogo a lui più familiare. L’unica donna che si è sempre presa cura di lui gli ha preparato la solita miscela di verdure, fonte di tanti capricci. Mentre la mangia, alza lo sguardo dal recipiente pieno di minestra e si accorge che la madre ha cambiato la disposizione dei contenitori di suppellettili dello spazio in cui la sera si rilassa guardando la TV.

Laura Gavioli

Epitaffi - Perpetua

Il mio nome.
Un nome ma anche un
Aggettivo;
Qualcosa che dura nel 
Tempo
Come le mie promesse
Come i miei consigli
Come il mio umile aiuto
Come le mie parole.
Durante la mia vita, però
Accade che da pochi venni
Ascoltata
Poche ombre
E la mia persona ora riposa
Come un'umile Cassandra

Clarissa Salvaggio

Epitaffi - Avvocato Azzeccagarbugli

Era un famoso avvocato.
Per lui il potere di una persona 
era la ragione per cui sottomettersi.
Il suo viso paonazzo faceva capire
il suo vizio più peculiare, ovvero quello di bere.
Negli ultimi giorni della sua vita
ha lasciato un biglietto con su scritto questa frase:
"so di non essermi comportato
in modo onesto con tutti.
Se solo potessi tornare indietro 
cambierei molte cose.
Chiedo perdono"

Garuti Alex

Figure Retoriche - Anafora

È un mercoledì di novembre a Carpi.
Pompeo esce da scuola e piove a dirotto.
Si bagna tutto e si fa strada in mezzo agli studenti.
Bagnato, inforca la bicicletta; pedala sotto la pioggia.
Bagnato, con una mano tiene il manubrio e con l’altra l’ombrello.
Bagnato, arriva a casa. Sua madre gli ha preparato un minestrone, quindi, si asciuga un po’.
Bagnato, si siede a tavola.                                                                          
Bagnato, alza lo sguardo.

Bagnato, si accorge che la madre ha cambiato la disposizione dei mobili del salotto.


Pier Paolo Pedrielli

Figure retoriche - Metonimia o Sineddoche


È un mercoledì di novembre a Carpi. Pompeo, dopo aver passato una lunga ora a leggere Dante, esce da scuola e piove. Si fa strada a fatica nella ressa di studenti, formatasi appena hanno sentito suonare le campane, e inforca la bicicletta. Pedala sotto l’acqua: con una mano tiene il manubrio e con l’altra l’ombrello. Arriva a casa bagnato e trova la mamma ad ascoltare Mozart, che prima che lui arrivasse gli aveva preparato il pranzo. Mentre mangia il piatto di minestrone alza gli occhi e si accorge che la mamma ha cambiato la disposizione del loro Raffaello nel salotto.
GIADA GORRERI

Interviste impossibili - Silla

driiiin!
Silla – Vengo ora dal ritirarmi. Pregherei di non recarmi disturbo, dal momento che ho chiuso con il mondo esterno.
Intervistatore 1 – Oddio ragazzi, questo ci manda in prigione!
Intervistatore 2 – Parla tu!
Intervistatore 3- No, dai, parla tu!
I 1 – Siamo mortificati, ma questo per noi è un articolo di tale importanza… siamo inviati dal liceo Manfredo Fanti. Potrebbe concederci alcuni minuti, rilasciandoci cortesemente qualche dichiarazione sulla sua carriera?
S – Chi siete??? Oh, va bene, accomodatevi pure, ma facciamo presto.
I 2 – Prestissimo, prestissimo!
I 3 – Innanzitutto, grazie della disponibilità. Volevamo cominciare chiedendole a quale classe sociale appatiene.
S – Beh, fanciulli, non avete mai notato il mio secondo nome? Chiaramente sono di nobile stirpe, provengo da una delle famiglie più aristocratiche di Roma. D’altro canto non potrebbe essere diversamente. Non posseggo certo due nomi, come qualche altro campagnolo che tenta di sopraffarmi. Invano, peraltro.
I 1 – Ah ah! Sapevo che non aveva ancora smesso di odiare Mario!
I 2 – Sta’ zitto e fai la prossima domanda!
I 1 – Desideriamo chiederle, inoltre, come avesse reagito all’ordine del Senato di andare a combattere in Oriente per sconfiggere Mitridate.
S – Non è stato facile giungervi, a causa delle contrapposizioni di quel Mario. Pensate che ero in procinto di partire ma ho dovuto arrestarmi e mi sono sentito obbligato a tornare a Roma a soffocare ogni accenno di rivolta da parte dei populares. E il vigliacco intanto sapete che faceva? Se la svignava!
I 3 – Ma alla fine è riuscito a raggiungere l’Oriente, vero?
S – Certamente, e, dopo 4 anni, ho vinto.
I 1, 2, 3 – Complimenti, che condottiero!
I 1 – Com’è stato il suo ritorno? In che stato si trovava la capitale?
S – Sarò sincero, è stato complesso. Dopo aver sconfitto il re del Ponto, anzi l’ex re del Ponto, non mi aspettavo che nella mia Roma avrei trovato tutti quei codardi che confabulavano da tempo. Per di più avevano anche eletto il loro capo come console, al mio posto! Ed è morto poco dopo, per fortuna.
I 2 – E dopo essersi auto-proclamato …ehm, mi scusi, dopo che il Senato la nominò dittatore a tempo indeterminato, come si mosse affinché solo a lei fossero affidate tutte le redini del gioco?
S – Stai forse insinuando che governare Roma sia come giocare? A dadi? A morra?
I 3 – No, signore, Dio…ehm gli Dèi non vogliano! Il mio collega si stava semplicemente domandando come agì per ripristinare l’ordine.
S – Dunque, sapete già della carica che mi sono imposto. Diciamo che mi sono dedicato a rivoluzionare Roma. Ho istituito normative alquanto discusse, ma delle quali non mi pentirò mai: il Senato doveva essere composto da persone a me vicine; i pochi populares rimasti non li tolleravo, e pertanto se a qualcuno capitava un Mariano sotto tiro… che venisse ucciso. Inoltre allargai i confini del pomerium, ammesso che sappiate cosa sia… Meno potere ai tribuni della plebe, e…ah! Consoli e pretori godevano solo dei poteri politici, non certo militari.
I 1 – Ci spieghi meglio, per favore, cosa sono queste “liste di proscrizione”…chi era tenuto a leggerle? Cosa contenevano?
S – Una mia invenzione contro i Mariani. Come vi ho detto dovevano sparire, quindi ho deciso di emanare queste liste contenenti i loro nomi. Che vengano ammazzati!
I 2 – Non le è parso un po’ troppo crudele?
S – Crudele?!
I 3 – No signor Silla, intendevamo crudele, ovvero preciso e rigoroso, quindi giustissimo.
S – Sì, ne convengo. Un atto da non poter repellere. Avete altre domande? Perché il tempo sta per terminare.
I 1 - Ha ragione,  la stiamo trattenendo più del dovuto. In effetti, però, avremmo ancora una questione da porle.
I 2 – Potrebbe illustrarci, molto brevemente, com’era composto e in particolare quali modifiche apportò al cursus honorem?
S – Si dice CURSUS HONORUM! Sostantivo maschile della terza declinazione, honor, honoris, comprendete? Fa parte del primo gruppo… ah, se foste dei latini e dei nobili come si deve, non fareste certo codesti errori.
I 1 – La preghiamo di scusarci, il mio compagno ha commesso un terribile errore a adesso starà zitto. Per noi è stato un immenso piacere fare la sua conoscenza…
I 3 – … è stato un uomo di grande ispirazione, e dagli ideali grandiosi.
S – Lo so, cari ragazzi, ma badate bene: il pericolo è là fuori, alle vostre spalle. Non si può mai sapere con assoluta certezza se gli animi dei Mariani si siano acquietati del tutto o se compaia ancora un barlume di ribellione in loro.
I 1, 2, 3 – Staremo costantemente all’erta, promesso!
S – Allora, arrivederci. E ricordate: viva i maiores!


Epitaffi - La vecchia

Quando hai dato tutto agli altri,
senza pensare mai a te stessa.
Quando hai passato l'intera vita
dentro uno stesso castello,
dove l'obbedienza era il tuo unico diritto.
Quando la libertà,
non hai mai visto,
allora, forse,
anche tu, non vedevi l'ora che finisse.




Tommaso Grillenzoni

Natale in India

No, non vogliamo proporre un itinerario magnifico che invogli ad un viaggio in India nel periodo natalizio, o quantomeno non è il fine principale di questo post!
Bensì, vista l’affluenza numerosa di figure indiane sulla nostra pagina di Instagram (notizia che abbiamo già trattato nell'articolo Un tributo all'India), ci teniamo a onorare questo popolo così caloroso consigliando un film gradevole (si spera) di origine italiana, di cui citiamo la trama:

ll giudice Enrico Paci e l'ingegner Fabio De Tassis si conoscono alla nursery nel 1987 dove sembra evidente che, a causa di un black out, i rispettivi figli maschi sono andati scambiati. Nel 2003 i due si rincontrano casualmente, famiglie al seguito, durante un viaggio in India: Fabio, da sempre un trafficone, sta in realtà sfuggendo ad un'indagine della procura sui suoi loschi affari. Neri Parenti ci sta ormai offrendo la versione 2000 delle vacanze di Vanziniana memoria. Sono però vacanze da esportazione (Olanda, Egitto e ora India). Se i Vanzina erano 'collettivi' sfruttando le star televisive e non del momento e affollandole in una località geograficamente meno remota, Parenti è più conservatore. "Squadra che vince non si cambia" sembra pensare. Così si rivolge all'inossidabile duo De Sica-Boldi, si porta in classe turistica i Fichi d'India e Biagio Izzo e il film è già fatto. Bisogna riconoscergli, rispetto al passato, una sempre maggiore attenzione a un intreccio che abbia una sua sostenibilità. Per il resto tutto come al solito. E' riflessione sui costumi degli italiani? Forse. Ai posteri l'ardua sentenza.

Tutta la 2aM si augura che il film verrà ampiamente apprezzato e augura buone feste all'India intera.

Figure retoriche - Sinestesia

  • È un mercoledì freddo a Carpi e il sole tace. Pompeo esce da scuola all'una e piove. Si fa strada a fatica nella ressa tra il fresco mormorio di studenti e di alberi e inforca la bicicletta. Pedala sotto la luce fievole della pioggia: con una mano tiene il manubrio e con l'altra l'ombrello. Arriva a casa e sua madre gli ha preparato un minestrone dall'odor aspro. Mentre mangia, alza il suo sguardo silenzioso dal piatto e si accorge che la madre ha cambiato la disposizione dei mobili del salotto.

Figure retoriche - Climax

E' un mercoledì a Carpi, piove
fa freddo, freddissimo, si congelava
Pompeo esce da scuola all'una
è tardi, tardissimo,dovrebbe essere già a casa 
ma si faceva ancora strada tra la ressa di studenti.
Tiene in mano l'ombrello e il manubrio
bagnato, molto bagnato, fradicio.
Sua madre gli ha preparato da mangiare un minestrone
caldo,caldissimo, si brucciava assaggianddolo.
La mamma ha cambiato la disposizione dei mobili del salotto.

SOFIA LIAO

Figure retoriche - Accumulazione

E' un mercoledì di novembre, di pioggia, di freddo e di tristezza a Carpi. Pompeo, un ragazzo  magro, alto, bello, intelligente, esce da scuola e inforca la bicicletta. Con una
 mano tiene il manubrio e con l'altra l'ombrello. Torna  a casa bagnato, congelato, ghiacciato, infelice e morente. La mamma gli ha preparato il minestrone di verdura, di carote, di piselli, di patate e di spinaci. Quando lo mangia, alza lo squardo e si accorge che la sua madre ha cambiato la disposizione dei mobili, delle sedie, dei tavoli, di praticamente tutti gli oggetti della casa. 


MARISA LIAO

Aspettando il Natale... I TORTELLINI!

Con le feste ormai vicine, non potevamo perdere occasione di parlarvi della nostra meravigliosa terra, l’Emilia, e di una delle sue preparazioni natalizie: i tortellini emiliani di Natale. Nel periodo natalizio, infatti, i forni e i supermercati si riempiono di questi dolci tipici a Carpi, e le nonne si armano di ingredienti semplici per prepararli a casa, per la somma gioia di grandi e piccini: sono ovunque.

INGREDIENTI | 45 PEZZI CIRCA

500 g di farina 00
200 g di zucchero
75 g di burro
24 g di lievito vanillinato per dolci
3 uova
la buccia grattugiata di un limone non trattato
un kg di strutto
per il ripieno
4 pezzi di castagnaccio
2 vasetti di marmellata di prugne e ciliegie
un pacchetto di amaretti da 2,5 hg
1,5 cucchiaio di caffè macinato
un bicchierino di Sassolino

PROCEDIMENTO

Far fondere il burro in forno a microonde o a bagnomaria, quindi far intiepidire.
Nella ciotola della planetaria (o in una terrina), setacciare la farina con il lievito e ricavare una conca al centro; unire lo zucchero, la buccia di limone, le uova, il burro fuso intiepidito ed il Sassolino. Impastare gli ingredienti, lavorandoli fino ad ottenere un composto omogeneo. Se si usa la planetaria, si raccomanda l’utilizzo della frusta piatta (o foglia) e, quando gli ingredienti saranno distribuiti, completare la lavorazione a mano sulla spianatoia infarinata. Il risultato finale sarà una pasta non appiccicosa, ma morbidissima e cedevole sotto la pressione delle dita. Poichè, come in ogni ricetta, la quantità di farina potrebbe variare in base alla quantità o all’umidità della stessa, qualora l’impasto risulti ancora un po’ appiccicoso, continuare a lavorarlo infarinando la spianatoia, fino a che non si attacca più al piano e alle mani. Formare una palla, trasferire una ciotola spolverizzata con una presa di farina, coprire con pellicola e far riposare per 3 ore.
Nel frattempo, preparare il "savor" (sapore-ripieno).
Trascorso questo tempo, prelevare una porzione di pasta e schiacciarla con le mani sulla spianatoia, infarinare bene e passarla nella sfogliatrice con lo spessore massimo. Ripiegare l’impasto su se stesso e sfogliare di nuovo un paio di volte, o comunque fino a che non risulterà una sfoglia liscia ed omogenea, infarinando bene la pasta durante questa operazione.
Ricavare tanti dischi dal diametro di 6-8 centimetri, aiutandosi con un tagliapasta (o un bicchiere). Adagiare al centro di ciascun disco un cucchiaino abbondante di savor, quindi chiuderlo a mezzaluna e sigillare bene i bordi e rifilare con una rotellina tagliapasta oppure usare l’apposito attrezzo per ravioli. Riporre i tortellini emiliani di Natale su un vassoio coperto con un canovaccio di cotone e proseguire fino ad esaurimento della pasta. Gli scarti della formatura possono essere rilavorati e passati alla sfogliatrice.
In una padella, scaldare lo strutto e, quando è ben caldo, tuffarvi i tortellini, pochi per volta, e dorarli da entrambi i lati; prelevarli dalla padella con una schiumarola per fritti e trasferirli su carta assorbente per eliminare l’unto in eccesso.
A cottura ultimata, trasferire i tortellini di Natale su un piatto da portata e cospargerli con zucchero a velo.

BUON APPETITO E BUONE FESTE! 



LAURA STRAVAGANTI