domenica 16 settembre 2018

UN MOMENTO DI ARIA PURA

Non pensavo sarebbe stato così difficile scegliere un momento significativo della mia estate perché piena di tanti momenti interessanti e divertenti ma dopo giorni di riflessione mi si è accesa la lampadina. Il momento più bello è quando rivedi i tuoi amici, di vacanza, a un anno di distanza (anche se solo per pochi giorni).
Dopo quasi cinque ore di macchina, per raggiungere quel paesino circondato dalle imponenti montagne austriache, sei già sicuro che nei giorni successivi ti divertirai. Partite di calcio e minigolf, bagni in piscina, tornei di freccette, allenamenti nel ring da box, rafting, escursioni e molto altro. Ci si diverte poi un mondo quando ci si racconta a vicenda cosa si è fatto durante l’anno appena trascorso accompagnato da una partita a carte e un cocktail “Rainbow”. E tra un’escursione e l’altra, circondati solo dalle vette, dal cielo e dall’aria incontaminata, ridere insieme mentre assapori il gusto inconfondibile di una “bretzel” e ti rinfreschi la gola e la faccia con l’acqua gelida del torrente. Poi i  giri fatti con la E-bike, le frenate e le salite su per quei sentieri ripidi ma pieni di avventura. Avrei voluto non fossero mai finiti quei sei giorni passati così in fretta ma intensi e soprattutto in buona compagnia, quella che purtroppo ritrovi solo una volta all’anno ma che, comunque, rimane nei tuoi ricordi e la ritrovi intatta nei tuoi posti preferiti.  
Ma quando torni a casa ti accorgi che l’estate sta finendo e devi ancora finire i compiti….l’inizio della scuola è vicino ma sei comunque contento per aver vissuto momenti speciali e perché tra poco incontrerai i tuoi amici di sempre.

Pier Paolo Pedrielli





IO E IL LAGO


“Dai, sbrigatevi a tuffarvi! L’acqua è magnifica e dentro si sta benissimo.”
Davanti a me il lago risplende sotto i caldi raggi del sole costringendomi a socchiudere gli occhi.
“Non è fredda?”
“È proprio questo che la rende magnifica. E poi non è fredda… non quel tipo di freddo spiacevole almeno. È fresca da rigenerare la mente, non raffreddare il corpo.”

Sono sempre la prima a gettarmi; non amo le entrate lente e interminabili a cui siamo costretti in spiaggia. Ho sempre prediletto gli scogli: porzioni di roccia affacciate sull’acqua che racchiudono tutta la libertà sprigionata in un salto. Con un passo ci si ritrova sommersi completamente; l’azione è irreversibile: non c’è tempo per rimorsi o rimpianti.
In un attimo ti ritrovi ignudo delle tue sicurezze, esposto all’imprevedibilità della natura. L’adrenalina scorre in corpo come la corrente di un fiume in piena, e rimani solo con le debolezze dell’essere umano.
Sei un tutt'uno col lago, mare o fiume che sia. Nessuna interferenza, nessuna ancora di salvezza: siete tu e l’acqua. Immersi e svestiti, travolti dalle sensazioni, dal senso di libertà e concessione.

Immergo la testa, affogo i pensieri e scavo in profondità, dove le correnti gelide incontrano la pelle abbrustolita dal sole. Le braccia si fanno strada nell’immenso ventre azzurro.
Riemergo con gli occhi pesanti, la vista annebbiata e le ciglia grondanti. L’acqua scintilla dinanzi a me e le montagne si specchiano sul vetro turchino.
Inspiro ancora e la testa sprofonda, si allontana dalla superficie, mentre i piedi altalenanti infrangono la barriera dell’acqua. Gli occhi si schiudono, i capelli ondeggiano lucenti e le braccia continuano nel loro moto imperterrito.
Il respiro diviene affannoso e d’istinto le gambe cominciano a spingere verso l’alto, verso l’ossigeno. Prendo una boccata d’aria e cerco di redimere le forze. Le gote arrossate risplendono al sole e il respiro ansante si fonde col fruscio del vento, fino a scomparire.

Nel frattempo gli amici timorosi mi hanno raggiunto in acqua.
Si lamentano della temperatura e dello sforzo che devono sostenere per rimanere a galla nell’acqua dolce. Sono a bagno nelle loro insicurezze.
Sorrido loro e scompaio nuovamente nelle acque cerulee.



Laura Gavioli

MILLE MOTIVI PER MILLE RAGIONI

Mille istanti di euforia viaggiano nel tempo di un estate ormai finita destinata a diventare solamente un ricordo, un racconto, insieme a tutti i suoi segreti.
 Condividerli significherebbe distruggere un po di quel significato che caratterizza la parola stessa, ma il più grande sforzo è dover scegliere ciò che è più unico da dire, l’attimo, il minuto o il secondo ineguagliabile. 
Giorno dopo giorno ho ripensato con intensa malinconia a quanto fosse stata veloce la calorosa vacanza, e a quante persone avrei dovuto dire grazie, oppure un triste addio.
 Ora, più decisa che mai, credo fortemente che sia ingiusto dover descrivere il proprio momento di felicità, il più significativo e memorabile, escludendone altri altrettanto importanti. 
Nessuno dovrebbe sentirsi sminuito perché ogni ricordo si deve a quel qualcuno che ha deciso di condividerlo con te. 
Vale la pena vivere anche in vacanza per poter assaporare il gusto della libertà e spensieratezza, per incontrare persone nuove su cui potere scrivere tanto o su cui non potere scrivere nulla perché motivi di delusioni. 
Vale la pena vivere in vacanza per pregare gli orologi di fermarsi per sempre, per provare preoccupazione l’ultimo giorno in cui i compiti forse incominciati sono il nostro unico pensiero e terrore, e per favoleggiare su come si svolgerà il nuovo anno scolastico ormai alle porte.  

Vale la pena vivere in vacanza per il mare, la sabbia, il suono delle conchiglie e i baci sotto al sole, per potere ammirare le stelle nella notte di San Lorenzo e magari esprimere un desiderio che forse un giorno verrà ascoltato, e questo fu il mio: desidero che tutti possano passare momenti di festosità e piacere, così da lasciarsi alle spalle l'umore nero e avere a sua volta persone a cui augurare il meglio, come sto facendo io ora, dopo aver trovato pace e tranquillità in un mare di difficoltà. 

GIADA MARI

sabato 15 settembre 2018

VIVERE PER UN MOMENTO


Quello che ho passato io non è stato un momento, ma una serie di eventi che non scorderò mai. Come ormai la maggior parte delle persone in questa classe sa, ho deciso di intraprendere sull'ormai più popolare social del mondo, YouTube.
Questa serie di eventi è iniziata ancora prima della fine della scuola, avevo un grande progetto in mente, qualcosa che avrebbe dato una svolta alla mia vita sul "tubo".
Ma non potevo farcela da solo, avevo bisogno di aiuto: l'aiuto degli stessi amici che ho conosciuto sulla piattaforma, alcuni hanno accettato, altri non ne volevano proprio sapere, Altri ancora mi hanno detto che quello che avevo in mente io era qualcosa di troppo ambizioso ma che nonostante ciò mi avrebbero aiutato. Alcuni pur di aiutarmi erano disposti a chiedere la collaborazione di persone di cui ero ignaro della loro esistenza, o quasi.
I lavori iniziarono almeno 5 mesi fa, e le persone che avevano deciso di aiutarmi si sono messe subito al lavoro.
In quei momenti ho pensato di essere la persona più fortunata e felice al mondo, perché non tutti sarebbero disposti ad aiutare qualcuno conosciuto solamente attraverso lo schermo.
I lavori andavano nel migliore dei modi, tutti quanti hanno dato il loro prezioso contributo, me compreso. Il 29 luglio abbiamo terminato i lavori e con qualche ritocco qua e là è arrivato il gran giorno.
Mi ricordo che la notte prima del suddetto giorno non sono riuscito a chiudere occhio, ero troppo agitato e avevo paura che il video non avrebbe ottenuto i risultati sperati. Tuttavia non era più possibile tornare indietro, il video era completo e ora spettava al pubblico giudicare.
Il pomeriggio di quel giorno ero tesissimo, quasi non riuscivo a guardare il computer.
Ma ho trovato il coraggio, mi sono seduto sulla mia sulla mia solita sedia e mi sono messo le solite cuffie. Ero pronto a caricare il progetto su YouTube, il lavoro di 5 mesi di un intero team sarebbe stato visto dal mondo.
Ho premuto il bottone per l'upload, il video era finalmente su YouTube. Dopodiché mi sono sdraiato sul divano e mi sono addormentato per un'ora.
Al mio risveglio quasi non potevo crederci, erano arrivati una vagonata di commenti, tutti positivi, dove si complimentavano con me per il magnifico lavoro svolto.
In quel momento non sapevo come reagire, mi sentivo appagato con me stesso sapendo che il lavoro di 5 mesi mio e di tante altre persone non è andato in fumo.
Anche il mio team si è complimentato per il considerevole risultato ottenuto, e hanno continuato a complimentarsi anche nei giorni a venire. In quel momento ho capito veramente che cosa vuol dire essere una community, cosa vuol dire vivere anche solo per un momento.

GARUTI ALEX

La mia migliore amica


Devo dire che è stata un’estate abbastanza movimentata, ci sono stati tantissimi bei momenti che ricorderò per sempre ma purtroppo sono successe anche un sacco di cose che dimenticherei volentieri. Trovare però una sola cosa in questi mesi per cui vale la pena vivere non è stato così difficile come immaginavo a Giugno subito dopo aver letto la consegna del compito. Arrivata a fine agosto ho iniziato a pensare a tutto quello che avevo fatto fino a quel momento e mi sono venute in mente un po di cose: il viaggio a Londra con le mie migliori amiche, il bagno in mare alle 3 di notte con dei perfetti sconosciuti, il cornetto alle 6 del mattino guardando l’alba in un campo da calcetto con gli amici… ma nulla di tutto ciò mi sembrava appropriato al tema del testo da scrivere e quindi ho cambiato prospettiva e ho iniziato a pensare alle piccole cose e mi ci è voluto veramente poco a ricordare il momento forse più bello di tutta l’estate. Oggi 15 settembre mi ritrovo qui a dire che per me vale la pena vivere per vedere il sorriso a 36 denti della tua migliore amica che piomba in casa tua senza preavviso saltandoti addosso dopo un mese di lontananza.
Vale la pena vivere per quel millesimo di secondo che ti riempie il cuore di gioia perché ti rendi davvero conto di essere importante per qualcuno. Ti rendi conto che quel qualcuno ha sentito talmente tanto la tua mancanza dal volerti venire a salutare alle 9 del mattino dopo una notte da leoni. Ti rendi conto che ci sono persone che non aspettano altro che passare del tempo con te perché per loro sei speciale. Ed è stata proprio quella mattina che ho capito quanto sono fortunata ad avere lei.



Martina Simoniello

giovedì 13 settembre 2018

FUGA IN MADAGASCAR

                                   
Diversamente da come può sembrare, mi sono chiesta parecchie volte nel corso degli anni per cosa valesse veramente  la pena  di vivere, e la risposta non era sempre immediata.
Nella mia testa vagavano soluzioni diverse, passavo dalle vacanze ai beni materiali; dal nuoto agli amici oppure alla famiglia, ma nessuna mi convinceva realmente.
Riguardando attentamente le foto di questa estate ormai conclusa, mi sono resa conto dell’importanza dei viaggi nella mia vita.
Ho sempre visto i viaggi come una  opportunità per crescere e confrontarmi con abitudini diverse alle nostre.
Esplorare nuove città dove  poter entrare in contatto con diverse popolazioni e culture è uno dei miei sogni sin da piccola.
Infatti sono stata abituata a non preferire come regalo un gioco tecnologico o un telefonino di ultima generazione; ma ho sempre scelto i viaggi dove la destinazione non importava.
Ho sempre preferito parlare e scoprire piuttosto che massaggiare e chiamare.
L’ultimo viaggio di Giugno, in Madagascar è stato semplicemente emozionante; ho visto con i miei occhi la povertà e cosa significa davvero non avere niente.
Villaggi sperduti dove bambini scalzi  si rincorrevano e giocavano felici, uomini affamati  che sfamavano i propri animali e donne sedute in cerchio a chiacchierare; come se ignari della malsana situazione in cui vivessero.
Una cosa che mi colpì molto di quei villaggi, fu la calma con la quale gli abitanti vivevano le loro vite piene di ignoranza e serenità, proprio perché non conoscevano quotidianità diversa da quella.
In quegli istanti, dove, solo con dei pastelli potevi migliorare la giornata a qualcuno, ho capito per cosa vale la pena di vivere.
Vale la pena di vivere per viaggiare, scoprire, e vedere anche se per pochi istanti gli occhi felici di bambini per un pezzetto di pane.
Sono proprio quei sorrisi e abbracci che ti riempiono il cuore di gioia e ti migliorano la giornata.
Magari sul momento è difficile capire quanto tutto  questo possa significare, ma ripensandoci mi rendo conto di cosa mi  hanno lasciato dentro.
Sono assolutamente certa che tutti avrebbero bisogno di fare un viaggio cosi, perché sono esperienze che lasciano il segno e aprono sempre di più la mentalità.
Tutti avrebbero bisogno di chiedersi per cosa vale veramente la pena di vivere e rifletterci, per non disprezzare quello che ci circonda e dare tutto per scontato.

Giulia De Luca


Esplorando l'Australia


Domenica 8 luglio 2018. Ritrovo all’aeroporto Marconi di Bologna per quello che si rivelerà poi il viaggio più importante, bello e significativo della mia finora breve esistenza. Zero ansia pre-aereo, zero paura di stare per un po’ senza amici e famiglia, zero paura dell’Australia, ma tanta voglia di partire. Partiamo per Sydney passando per Dubai, in quelle che saranno 20 interminabili ore; non tanto per la durata, ma più che altro per i soggetti presenti sull’aereo: i bimbi piccoli che piangono incessantemente, i tuoi vicini di posto che ogni 10 minuti ti chiedono di alzarti per farli passare, quelli che hanno i piedi che puzzano da morire ma hanno comunque il coraggio di togliersi le scarpe, chi russa, chi vomita, chi viene giù con lo schienale senza prima avvisarti o chiedere il consenso e come se non bastasse chi mentre dorme sbava. Ma la voglia di essere in Australia era talmente tanta da passare oltre queste cose. Arriviamo a Sydney in piena notte d’inverno, ed io in pantaloncini corti. Prendiamo le valigie e un bus ci porta in hotel. Arrivati in hotel, io e i miei compagni di stanza facciamo una doccia veloce e partiamo alla scoperta di Sydney. Affamati ci fermiamo al MC Donald’s dove personaggi strani intrattengono il nostro spuntino, poi passiamo per un night club al di fuori del quale ci sono delle ragazze piuttosto disponibili, ma andiamo oltre e finiamo in un vicolo cieco. A quel punto decidiamo che forse è meglio rientrare e torniamo in hotel. Mi addormento che sono le 3am e mi risveglio alle 6am. Jet lag bastardo. Colazione in hotel alquanto squisita e via che si riparte per visitare la città. Trascorriamo questi 4 giorni a Sydney visitando posti meravigliosi come Bondi Beach, l’Opera House, Manly Beach, il Botanic Garden, l’Apple Store, la Tower Eye e altri luoghi meno conosciuti ma altrettanto interessanti. Dopodiché partiamo per Melbourne dove ognuno sarà ospite di una famiglia del posto per il resto del mese. Io fortunatamente ho trovato una famiglia splendida che mi ha ospitato come un secondo figlio e che inoltre ,avendo origini italiane, non mi hanno fatto rimpiangere per niente l’Italia per quanto riguarda l’ambito culinario. Le avventure a Melbourne sono state davvero tante e probabilmente anche più belle , ma ho già raccontato un momento per il quale è valsa la pena vivere quest’estate, quindi mi fermo qui.

Grillo

mercoledì 12 settembre 2018

La solitudine del giovane Holden

E mi ritrovo qui, stanco e assonnato, sdraiato sul mio letto con le luci spente e l'oscurità che mi avvolge.

Questo è il momento in cui mi decido a descrivere il momento più memorabile della mia estate, quello maggiormente degno di nota, talmente importante da elaborarlo durante la notte, con il mio cervellino divorato dal sonno e il Giovane Holden che mi tiene compagnia da qualche sera.

Potrei descrivere le mie due settimane di mare, condite dalle tante serate stravaganti con i miei amici o la mia famiglia, ma importerebbe poco o nulla a chiunque legga.

Potrei narrare dei miei giorni in piscina sciogliendomi durante il rovente caldo di giugno, ma chi se ne infischia, mica sono l'unico ad aver patito il calore Sahariano.

Potrei raccontare le scampagnate in bici con gli amici nelle zone più remote di Carpi, i pomeriggi morti sul divano con Netflix e Lapo, l'asta del fantacalcio, i pancake colorati o un Samsung da 1000 euro che vola sul cemento e addio allo schermo, ma diciamocelo chiaramente, non frega niente a nessuno.

Perciò, alla fine, opto per questo momento.
Sì, questo è il momento che più di tutti merita di essere condiviso: quell'esatto istante in cui ti fermi a riflettere sui 90 giorni di divertimento e relax che hai appena passato.
Giorni che ripasseranno tra altri 9 mesi.

Ed è fantastico così, al buio e col silenzio tombale che ti rinfresca la mente anche se gli occhi ti si chiudono da soli; i flash della tua estate che ti passano per la testa rapidi come una lince e volano via con la voglia di alzarsi alle 7 del mattino e litigare con i prof per dei dannati compiti non svolti.

Che palle.

Anche se forse, pensandoci bene, di questo non frega niente a me.

E spero neanche agli altri.

lunedì 10 settembre 2018

MOMENTI D'ESTATE


I fuochi d’artificio spesso li possiamo vedere durante manifestazioni in conclusione di eventi. 
Ieri sera era proprio uno di quei giorni, in cui ogni anno, in una fiera vicino al mio paese, si aspettano i fuochi d’artificio, perché ne incitano la sua chiusura; in particolare stanno a significare la fine di un’altra estate. In quel preciso istante in cui smetti di riprendere con il tuo cellulare lo spettacolo, perché decidi che forse rendono meglio con gli occhi e non attraverso uno schermo, che i pensieri delle avventure avvenute in tre mesi ti offuscano la mente, tutti insieme.
Giugno: bambini del grest tutti i giorni, compleanno passato a Milano Marittima con le mie migliori amiche, giornate in piscina con crema solare a portata di mano, a causa del colorito sbiadito e… ancora bambini.
Luglio: un po' di riposo e magnifica vacanza studio a Richmond, nella quale ho avuto anche l’occasione di constatare dove abita esattamente mia sorella.
Agosto: ti rendi conto che è l’ultimo mese, ma hai ancora le fantastiche giornate da passare al mare con la famiglia, Ischia e Capri, due isole colme di viste mozzafiato e tramonti imperdibili.
Settembre: ultimi giorni di gloria, anche se, con compiti da finire o iniziare, e malinconia mista ansia di ciò che è passato e ciò che dovrà incominciare. 
Ritorniamo a quei luccichii in cielo a tempo di musica che esplodono con facilità in mille colori, sei pronta ad acchiapparli con le tue mani, ma in pochi secondi si dissolvono e non rimane che la polverina sottile che si fonde con il buio e sembra venirti incontro, pronta a ricordarti che i bei momenti finiscono, ma li puoi custodire nella mente e richiamare alla memoria per sempre.

 

 Laura Baldo


domenica 9 settembre 2018

Serendipità Celeste


Si spreca tanto tempo nella propria vita, in particolare durante le vacanze estive. Pigrizia e noia sono all'ordine del giorno, quasi fino a raggiungere l'accidia.
Con il trascorrere dei giorni ci si accorge del tempo che non tornerà più, e si inizia a riflettere utopicamente su progetti futuri ma, allo stesso tempo, non si cambiano le abitudini erronee.
Sentimenti contrastanti mi hanno accompagnata anche in quel fatidico giorno di agosto, quando ho compreso l'esageratezza della mia pigrizia.
Come al solito mi sono alzata senza un orario preciso, intenzionata a trascorrere la mia intera giornata sul divano poiché poca era la voglia di uscire. Prediligevo la comodità e il relax alle passeggiate in cui si vagabondava accaldati; le consideravo prive di senso. Stava filando tutto liscio finché delle mie amiche non mi hanno chiamata per incontrarci; eravamo uscite insieme il giorno prima ma non volevo rifiutare il loro gentile invito. 
Mi precipito dunque da loro, mentre il desiderio di una serata sul divano si stava dissolvendo ad ogni passo.  
Il tempo stava passando abbastanza velocemente e devo ammettere che la brezza serale era piacevole, tuttavia avrei preferito di gran lunga rilassarmi a casa. Alcuni istanti dopo una di loro guarda il cielo stellato e ne esalta il suo splendore. Non avendo mai osservato con i miei stessi occhi un firmamento con più di due stelle contate, ero priva di aspettative verso la volta celeste.  
Con sguardo apatico alzo gli occhi al cielo e noto un luccichio; era lo scintillio delle stelle che componevano le costellazioni dell'Orsa Minore e dell'Orsa Maggiore. Di notte, tra luce e oscurità, la stella polare è sempre stata l'unico corpo celeste che ammiravo da piccola, il motivo per cui rivolgevo il mio sguardo al cielo. Ciononostante avevo perso interesse nell'osservazione del cielo notturno, perché nessun astro si era mai unito alla solitaria e abbandonata stella polare. 
Il cielo di quella sera, che mi ha stregata con un singolo sguardo, invece, mi ha resa partecipe della bellezza che risiede negli astri. Da quel momento eccezionale, ho iniziato a chiedermi quante occasioni simili potrei essermi preclusa quest'estate, perciò ho deciso che l'accidia non sarà più il giudice supremo delle mie scelte.
                                   
                                                                                                                       Sissi Caruso
                                                                                                                                        

SARA


Papi, mi dai un motivo per cui sia valsa la pena di vivere quest’estate?

Cosa ti devo dare?

Un motivo per cui sia valsa…

Eh?

Un motivo… per cui….

Lola, non mi puoi parlare dal balcone. Vieni giù, così mi dai una mano a pitturare il cancello e intanto mi chiedi quello vuoi.

Ma ti ho solo fatto una domanda!

Aurora, ho detto di venire giù che non sento!

No papi, non so neanche pitturare.

Chissà, non c’è mica bisogno di essere Van Gogh.

Ah, questa l’hai sentita, però!

Come dici?





Mamma, ehi mamma, mamma svegliati un attimo.

Mmm … cosa vuoi?

Vorrei sapere … secondo te, quale potrebbe essere un motivo per cui sia valsa la pena di vivere quest’estate?

......

Mamma?

Aurora! Possibile che tu mi debba disturbare con le tue cavolate persino l’ultimo giorno di ferie?! Per una volta, posso guardare la televisione in pace?

Mamma, guarda che stavi dormendo.

E quindi? Tu non dormi mai di pomeriggio?

No, dico solo che…

E  stammi su di dosso eh, che c’è caldo.





Davi? Dove sei? Ah eccoti! Davi fermati un momento, ti devo chiedere una cosa.

No Lola, adesso no. Me la chiedi poi un altro giorno.

Aspetta, ti giuro che è una cosa che ti piace.

Ne dubito. L’ultima volta mi hai chiesto di mentire ai genitori su dove saresti andata a…

Shhh vuoi che ti sentano??

Che bello, adesso ho un segreto con cui ricattarti.

No, non è bello per niente.

Dai, che ti voglio bene. MAMMA, PAPA’, VADO DA SIMO! NON CI SONO A CENA! Aurora, se i genitori non hanno sentito, pensaci tu a dire loro che sono…

Andato da Simo ... sempre se questa è la verità.

Mi dispiace, quando anche tu avrai la macchina potrai andare dove ti pare quando ti pare. Oppure, per adesso, lasci che sia io a portarti in giro, accettando così che sappia ogni luogo esatto in cui tu vai.

Aspetta che rido.

Sì, lo so che sono troppo simpatico per te. Comunque, per quel dubbio esistenziale per cui vai gironzolando per casa da più di mezz’ora, telefona stasera alla Sara.

Mah, non lo so.

Perché?

Boh, avrà da fare con gli zii. Magari glielo chiedo quando torna. Dobbiamo ancora terminare gli ultimi punti della  SUMMER LIST prima di settembre. Avremo ancora tanto tempo per parlare di persona.

Cosa ti cambia farlo per telefono?

E’ più malinconico. La senti ma non la vedi, non la tocchi, non sai a cosa stia dando veramente attenzione in quel preciso momento. E quando riattacchi la cornetta …. Ti piomba tutta la malinconia addosso.

Cavolo, Aurora, come sei melodrammatica. Tutta l’estate che state insieme e per una settimana che non la vedi ti piomba la depressione addosso.

La malinconia, non la depressione.

E’ uguale. Ora devo proprio andare.






(Tu-tu Tu-tu)
….

Pronto?

Sara! Ehi, tutto bene laggiù? 

Lola, finalmente!! Mi manchi un sacco! Dovresti esserci anche tu, non puoi capire. L’atmosfera è così rilassante ovunque tu vada, sono tutti gentilissimi e gli zii sono dei cuochi, cioè, eccezionali. Sto tutto il giorno in spiaggia, infatti quando torno non vedo l’ora di vedere la tua faccia di fronte alla mia, cioè, invidiabilissima abbronzatura di questi giorni. Scommetto quello che vuoi che quest’anno ti ho superato: cioè, questa volta il mio il braccio è quello più scuro! Qui mi diverto tantissimo, anche se è ovvio che la compagnia di una bambina di dieci anni e suo fratello di tredici non è proprio il massimo. Voglio dire, ogni tanto gioco a biliardino con degli altri ragazzi al bar, e mi fa piacere conversare con zia Linda di scuola e attualità, però sento che ho bisogno di stare, cioè, con qualcuno della mia età, capito? Qualcuno che mi capisca al volo.

Tipo me.

Esatto!! No, non puoi capire, cioè, stavo leggendo il giornalino sportivo sugli Europei di Glasgow e c’era un INTERA intervista a Greg! Lola, in quel momento ho cercato di mettermi in telepatia con te per farti capire tutto il mio sclero, ma tu probabilmente non hai colto il segnale.

Ultimamente ci sono delle interferenze. Troppa distanza.

Già, comunque ieri ho visto il paninaro di fianco al nostro bagno in spiaggia che ha spalmato della nutella sul pancarrè, poi ci ha aggiunto pezzetti di banana e fragola, ci ha spruzzato sopra la panna montata e terminato la farcitura con un’altra bella fetta di pancarrè. Cioè, MOSTRO DI SATANA! Mi sei subito venuta in mente tu quando provi a fare i panini strani per merenda. Poi ho pensato: “Cavolo, magari un giorno le suggerisco di provare a utilizzare la panna montata, vediamo se lo fa”.

 va beh, io per i miei esperimenti culinari impiego esclusivamente ingredienti che abbiamo già in cucina, la panna non mi sembra uno di questi.

Ma sì, lascia stare, era per ridere. Bene, a casa ci sono novità? Qualche tua amica è tornata dal mare?

La Rebbi torna quando torni te. Per il resto, oggi nessuno mi degnava di un minuto per parlare.

A proposito di cosa? Dai Aurora, dovevi chiamare me, lo sai che io voglio sempre chiacchierare! Insomma, questa settimana non ti è sembrata un po’ come in inverno, quando non ci consideriamo mai e ognuna deve fare cose diverse e viviamo costantemente in due mondi paralleli? Non ci posso credere che fra un mese sarà tutto come prima. Uff, allora … su quale argomento volevi discutere?

Dunque, ti ricordi che ti avevo accennato che in estate avrei dovuto scrivere… insomma c’era questa… ecco io…

Sì, ….vai avanti che ti ascolto.

No, tranquilla, ho trovato.

Cosa, cosa?

No, davvero, ho già risolto.

Dai Aurora! Non tenermi sulle spine.

E’ che… sai, hai ragione. Le sorelle in vacanza sono più sorelle.

Già.

Un motivo in più per viverla, allora, ‘sta estate.

Direi di sì.








                                                                                            

                                                                                                                 




(MOTIVO PER CUI VIVERE IN ESTATE)
AURORA CORRADI

                                                                                                         
                                                                                                                           

ARIA DI MONTAGNA

Calcio una pietra sul ciglio del sentiero mentre i miei scarponi continuano a camminare, le risate annebbiano la mente e coprono i miei pensieri. 
Un piede sprofonda, poi un altro e un altro ancora, il terreno cede: 14 occhi si guardano intorno, 7 cuori palpitano freneticamente. I nostri sguardi si incontrano e scrutano il paesaggio: un bosco dalle mille sfaccettature di verde ci colma di speranza.
Persi nel nulla decidiamo di proseguire in cerca della via di casa, ma a pochi passi da noi, tra aghi di pino e cespugli, ossa sparse ci aprono il cammino verso uno scroscio d’acqua. Il ruscello ci bagna i polpacci lividi mentre la terra ricopre le nostre mani e i visi sudati. Ed è esattamente qui che come una vera e propria famiglia, il legame che ci unisce ci rende un unico corpo che ci da la forza di continuare. Dopo 4 ore da vagabondi, la stanchezza si fa padrona tra tutti. Cado e continuo a scivolare senza fermarmi, il mio corpo fa attrito e il terrore divampa dentro di me. Le urla che gridano il mio nome sono sempre più distanti: sono immobile. Ho il respiro ansimante, e le lacrime che mi rigano il viso scacciano l’adrenalina accumulata nei precedenti 10 secondi. Con la gamba dolorante risalgo ma non una parola esce dalle nostre bocche.
La chitarra comincia a suonare e i nostri polmoni si riempono di libertà. Lui, di fianco a me, incrocia le sue dita alle mie e il tempo non esiste più.
Udiamo una voce, poi due! Dopo 5 ore di agonia, i sorrisi compaiono sui nostri volti: ci hanno trovato!


Saliti sul furgoncino che ci riporta verso casa, ripenso a quanto successo e a quante emozioni in 16 anni non avevo mai provato. Questa avventura mi ha fatto capire che la nostra felicità è l’amore per la vita, e che vale la pena viverla al cento per cento.

                                                                            
                                     
                                                           
                                                                                 
                                                                                 (Un motivo per cui vivere - estate) 
                                                                                                 Laura Stravaganti